venerdì 6 maggio 2011

INCUBI

Lo so, è già capitato un'altra volta, una notte dello scorso inverno.
Alla sera avevo celebrato l'acquisto della moto, avvenuto on-line ma da quella sera la moto era mia, mancava solo di risolvere la questione burocratica che avrei sistemato, con molta fatica, molta fortuna e molti amici qualche settimana dopo in USA.
A cena avevo bevuto una delle mie birre artigianali, quelle che faccio io e durante la notte ho avuto un incubo incredibile. La faccio breve.
Sono nel backstage del palco del primo concerto del nuovo tour mondiale degli U2.
Mancano pochi minuti all'inizio del concerto.
La folla è rovente e urla che vuole gli U2 sul palco a suonare, compreso il nuovo, mitico bassista, annunciato dallo speaker.
Io sono il nuovo bassista degli U2.
La prima cosa drammatica è che agli altri componenti degli U2 questo appare normale, hanno licenziato il vecchio bassista, Adam Clayton, definito un incapace e hanno preso me.
La seconda cosa drammatica è che io non ho idea di come suonare il basso. E loro non lo sanno.
Forse mi hanno scelto su consiglio di qualcuno, io non lo so.
Ma la cosa più terribile di tutte è che mentre Bono Vox, The Edge e Lerry Mullen jr sono vestiti più o meno in maniera normale, canottiere, camicia, t-shirt, roba così, io no.
Io sono vestito come Elvis Presley, tutto in bianco e borchie, cinturone, stivaletti e anche l'acconciatura a banana anni '50. Ho la mia chitarra basso al collo, pronto per suonare.
Mancano due minuti all'inizio del concerto e non ho idea di come si suoni un basso.
Mi sono svegliato tutto sudato, un classico dopo una delle mie birrette artigianali.





Bene, questa notte è accaduto di nuovo.
Siccome è un periodo molto concitato tra il mio lavoro e l'organizzazione del viaggio, è una settimana che non compero nulla da mangiare, me ne dimentico.
In questi ultimi giorni mi sono nutrito con tè, biscottini, pane secco e marmellata, yogurt, arance. Ieri sera avevo voglia di una cena vera ma nel frigo ho trovato solo due pomodori marci, li ho evitati perché freddi sono indigesti, un barattolo di alici scadute nel 1999, no, era il 1998 e i cadaveri di un finocchio e due carote che avrebbero convertito un vegano estremo trasformandolo in un carnivoro convinto. 
Più o meno si tratta del panorama quotidiano del frigo di Belle, la mia amica americana che mi ospita tutte le volte cha vado negli USA. Ogni anno nel frigo trovo gli stessi barattoli e gli stessi cadaveri che ho visto l'anno precedente. 
Mi era rimasta una mezza pizza secca di due giorni prima, ormai mummificata dentro la confezione di cartone, erano le dieci e trenta, nessuna voglia di uscire a prenderne una appena fatta.
Nel frigo rimaneva anche la penultima birretta. Avrebbe migliorato la pizza.
La cena è andata così, mezza pizza vecchia e una birra artigianale di mia produzione. 
In piena notte la pizzeria/birreria ha presentato il conto.
Sono alla partenza del viaggio, su una spiaggia del Delaware, seduto sulla moto e io non mi ricordo di come si avvia il motore, di come si mettono le marce e di come si guida una moto. Attorno a me gli amici venuti a salutarmi si domandano che cosa stia aspettando. Improvvisamente la marea comincia a salire velocemente, in maniera innaturale, arriva coprire metà della ruota posteriore, sarà meglio che metta la prima e me ne vada e io, invece, non so da che parte cominciare. E la marea sale veloce.
Mi sono svegliato sudato e m'è scappato pure un ultimo rutto. Che schifo.
Ho capito che con la pizza mummificata è meglio bere l'Orangina.
Ahhhhh.... Orangina, tutto un altro bere!




giovedì 5 maggio 2011

NOTTI INSONNI

Cominciamo bene, mancano due mesi e mezzo al "lancio" e da qualche notte non dormo più di quattro ore.
Questa notte sveglia ore quattro. Argomento? Come sistemare una serie di strumenti in zona manubrio in modo che ci stiano tutti, che non si rompano alla prima caduta e che siano tutti utilizzabili senza indurre il pilota in contorsionismi fastidiosi. Il candidato svolga il problema indicando le procedure di montaggio dei dispositivi e la gestione degli stessi. Dopo un'ora avevo già provato almeno quattro varianti della soluzione principale, poi ho lasciato perdere. Siccome ero sveglio come a mezzogiorno ho provato a leggere un po' della bibbia che tengo sul comodino: Adventure Motorcyclist Handbook di Chriss Scott, apro il libro dove tengo il segno, nuovo paragrafo, come sfilare il casco a un motociclista dopo un incidente. Ho rimandato la lettura a un altro momento.
Questi sono i dispositivi da montare sul manubrio: ti toglie altro che sonno.











E questo è il manubrio:

martedì 3 maggio 2011

GPS SCHOOL.

Non ne ho mai usato uno, non ho mai sentito l'esigenza di averne uno. In macchina non ho il navigatore e continuo a usare le mappe di carta. Quelle del Touring Club al 1:200.000 sono perfette. Possiedo una ricchissima biblioteca di carte 1:50.000 e 1:25.000 e sono felice, sereno. Un passerino.
Durante il viaggio, invece, dovrò usare anche il GPS.
L'ho comprato lo scorso ottobre e siccome mi suscita interesse tanto quanto l'idea di fare all'ammore con un cadavere in putrefazione o farmi un bidet con le puntine da disegno, esso è rimasto nella sua scatola fino a due giorni fa.
Siccome la sfera sul piano inclinato da qualche tempo ha assunto una velocità di crociera preoccupante, ho deciso che dovevo prendere lezioni di GPS e tutto quel che gli gira attorno.
Ho chiesto di poter seguire un corso accelerato, un concentrato di GPS e programmi di gestione delle tracce e delle rotte.
I miei maestri sono Corrado Capra, noto motociclista-esploratore-viaggiatore-ingegnere
e il mitico Filippo, pilota di elicotteri militari da 35 anni... Bosnia compresa.
Questi due individui meravigliosi mangiano pane e Waypoints.
Hanno una pazienza che nemmeno San Francesco era così paziente, pure lui si incazzava perché c'è un limite a tutto. Loro hanno resistito a buttarmi fuori dall'ufficio di Corrado perché hanno ricevuto una certa educazione.
Mi sono presentato a loro come una tabula rasa, pericolosamente inclinata ma rasa, una conoscenza dello strumento pari allo zero assoluto.
Per me il GPS era un aggeggio che dialoga coi satelliti e che ha su molti bottoni da schiacciare. Fine.
Hanno sollevato gli occhi al cielo e hanno cominciato dai concetti di base, quelli delle scuole medie, applicazioni tecniche: Longitudine e Latitudine che è diversa da Altitudine.
Da lì siamo partiti, tre ore intense, mi hanno infilato i concetti a forza, non c'è molto tempo.
Ve lo immaginate un esploratore che si dovrebbe occupare di esplorazioni ad alto livello, tipo il Dottor Livingstone, I suppose, ridursi a fare disegni e fumetti per inculcarmi i concetti nella testa? E il povero Filippo?, un uomo d'azione, abituato a pilotare elicotteri da guerra nei boschi, a testa in giù o anche in retromarcia se serve, mentre cerca di schivare i missili della contraerea nemica e intanto tiene d'occhio il GPS, seduto al mio fianco con la testa tra le mani? "Nooooooooo, porc!#§@%#@, non puoi mettere i Waypoint a tuo piacere, come fossero bandierine colorate del Risiko!" Potete immaginarveli?
Bene la prima lezione di ieri pomeriggio è andata abbastanza bene.
Fino a ieri mattina non sapevo distinguere un waypoint da un matchpoint, questa mattina mi sentivo più sicuro e nel pomeriggio ho cominciato la seconda lezione di tre ore con uno spirito migliore, mi sentivo già parte del gruppo, parlavo con una migliore proprietà di linguaggio, riuscivo già a pronunciare la parola Global Positioning System senza mordermi la lingua. Sono arrivato facendo già un po' il "ganassa", ciao fratelli, come butta fratelli e robe così, tipiche espressioni di cameratismo tra esploratori e viaggiatori di lungo corso. Mi sentivo già di pari grado.
Allora loro hanno messo giù il carico da undici, l'artiglieria pesante: Mapsource, il programma che gestisce tutta la faccenda.
Alla seconda ora e tre quarti Corrado mi guarda e mi dice: "Ti vedo abbattuto, un po' annebbiato!"
Con l'occhio da tinca già andata rispondo:
"Corrado, tu e Filippo siete eccezionali ma a me del GPS non me ne frega nulla, per me il GPS è una medicina amara da deglutire a caraffe, io appartengo alla generazione delle mappe di carta, perdonatemi, lo faccio solo perché devo...". Loro due si sono guardati e mi hanno giurato che alla fine di questo mese sarò innamorato pazzo di questo attrezzo. Io nello stesso tempo mi vedevo sulle spiagge dell'Oceano Pacifico a prendere la mira per lanciare il GPS in mare e non pensarci più.
Adesso, ore 23,40 nella testa ho un macello di termini... mapsource ovviamente, sud, punti, sestante, mark, go to, tracce, rotte, est, inversione delle maree, segmenti, citynavigator, la Rosa dei Venti, punti, waypoints, punti di interesse, bandierine, la Stele di Rosetta, bussola, Fossa delle Marianne, nord vero, goniometro, nord magnetico, gradi e primi e anche secondi... ah e poi, cinque minuti fa ho fatto l'errore di andare a leggermi qualche altra informazione e ho trovato questa che mi ha dato la mazzata finale sulla nuca facendomi capire che di fronte al GPS il mondo si divide in due parti: organismi superiori e organismi inferiori. Io faccio parte di una terza sottospecie non ancora descritta dagli antropologi.
D'altronde ve lo ricordate il grande Fabrizio Meoni cosa pensava dei GPS alla Dakar?
Questo pensava:


Vabbe', sono bollito, vado a dormire, cercherò di sognare mappe di carta scala 1:1, leggete, se avete il coraggio, quello che, dicevo, mi ha dato la mazzata finale.

"Gli orologi satellitari sono affetti dalle conseguenze della teoria della relatività. Infatti, a causa degli effetti combinati della velocità relativa, che rallenta il tempo sul satellite di circa 7microsecondi al giorno, e della minore curvatura dello spaziotempo a livello dell'orbita del satellite, che lo accelera di 45 microsecondi, il tempo sul satellite scorre ad un ritmo leggermente più veloce che a terra, causando un anticipo di circa 38 microsecondi al giorno, e rendendo necessaria una correzione automatica da parte dell'elettronica di bordo. "

Tutti i giorni dovrò correggere i miei strumenti di bordo di 38 millisecondi?

lunedì 2 maggio 2011

PIANO INCLINATO

Ogni volta che si aggiunge un nuovo pezzo al monte di cose che procuro per il viaggio mi sento sempre di più una biglia su un piano inclinato. Ogni giorno che passa il piano si inclina.
A ogni pezzo che si aggiunge, il piano si inclina di qualche grado. Quando mancheranno pochi giorni al lancio il piano sarà quasi verticale, la biglia avrà assunto una velocità astronomica.
Da questa parti dicono: Gaute da suta!

E SE DOVESSE PIOVERE?

Ho pensato pure a quello. Attraverserò delle lande desolate, senza lo straccio di una capanna per decine e decine di chilometri. Se arriva una burriana d'acqua devo essere preparato. Se sto fermo mi lavo come all'autolavaggio, se vado avanti me la prendo nello stesso modo. Ho pensato che dovevo avere roba stagna. Sempre OJ. Sempre io con quell'aria adventure.




L'ATTREZZERIA AUMENTA...

Oggi è arrivato l'abbigliamento, il completo Desert di OJ Atmosfere Metropolitane.
A dispetto del nome fanno un completo da viaggiatore incallito, con chiappe di cuoio, insomma.
L'ho provato, mi dà un aria molto "adventure", capelli arruffati, sguardo all'orizzonte, occhio a fessura...