venerdì 9 settembre 2011

NIKON, CORPI E OTTICHE.

La Nital, l'importatore dei prodotti Nikon e Nikkor per l'Italia mi ha fornito il corredo fotografico e la borsa per contenerlo.
Il corredo fotografico che avevo con me era composto da due corpi D 7000 e D 5000 e due ottiche, uno zoom grandangolare 10-24 f/3.5-4.5  che tenevo montato sulla D 7000 e uno zoom con lunghezza focale 18-200 f/3.5-5.6 montato sulla D 5000.
La scelta di un grandangolo molto largo è stato obbligato dalla vastità degli spazi che avrei trovato, non mi sarebbe servita un'ottica molto lunga, un 18-200 si è dimostrato sufficiente. Un'ottica più lunga impone quasi sempre l'uso di un treppiede e un sostegno adeguato per evitare il problema del micromosso.
Tutto il materiale era tenuto all'interno di una borsa che portavo a tracolla. Certo il peso e l'ingombro erano tangibili però la borsa la tenevo alle mie spalle, su una delle borse tenute sul portapacchi e praticamente non la sentivo. Quando mi serviva una macchina fotografica il movimento era semplice, facevo ruotare la borsa sul davanti e una cerniera apriva una grossa tasca e trovavo le macchine davanti a me pronte all'uso.
Io non sono la persona più adatta per scrivere di un test specifico sul materiale che ho usato ma tutto il corredo mi ha dato molta soddisfazione. Sono macchine molto versatili, offrono infinite possibilità di personalizzazione. Hanno peso e ingombri che si possono sopportare senza fastidi, in ogni caso si possono facilmente trasportare anche durante una gita di enduro usando una borsa da portare a tracolla. Sono tropicalizzate, resistenti a umidità e polvere, due condizioni che normalmente si trovano facendo viaggi di questo tipo.
Le ho usate tanto, hanno avuto vita dura tra vibrazioni, un continuo dentro e fuori dalla borsa, il caldo bollente e come detto prima, molta polvere inevitabile.
Quando, in West Virginia, sono caduto dal benzinaio, sono atterrato a sinistra, sopra la borsa con dentro tutto il corredo. Mi è venuto un colpo. Ho immaginato il peggio. Ero convinto che avrei trovato le macchine in pezzi. Invece non hanno subito il minimo danno, forse perché nel frattempo avevo perso qualche chilo...
Lo stesso è successo in Utah, dentro un canyon terribile. Sono caduto sempre a sinistra. Successo nulla. Insomma hanno subito un test di quelli duri e ne sono uscite egregiamente. Posso definirle macchine da guerra e infatti vengono usate anche dai fotografi che fanno reportage dai paesi in guerra.
La D 7000 è in grado di fare filmati un full HD e quindi durante il viaggio si è sorbita  un doppio lavoro, foto e video tutti i giorni. Devo dire che non teme confronti con le normali videocamere HD. Questo non lo dico solo io ma anche persone molto più titolate di me in materia di immagini video come Riccardo Andreello, il mio maestro di video. Riccardo è il leader di Visual Studio, un'azienda di produzione video in Torino, il suo mestiere è quello del cameraman, del regista e si occupa anche di tutto il lavoro di post produzione. Sarà colui che produrrà il documentario sulla TransAmerica Enduro.
Prima che io partissi Riccardo si è studiato per bene la D 7000 vista la possibilità di girare immagini in full HD, mi ha insegnato una serie di trucchi, mi ha detto cosa non fare mai e cosa fare molte volte.
In ogni caso gli è piaciuta così tanto che se ne è comperata una identica e l'ha inserita tra tutte le sue videocamere e telecamere professionali per fare il suo mestiere.
Da qualche giorno stiamo guardando i video che ho girato e lui è molto soddisfatto. Certo io non sono un cameraman all'altezza ma la D 7000 ne viene fuori molto bene. È sicuramente più brava lei di me.



NIKON D 7000





NIKKOR 10-24 f/3.5-5.4





NIKON D 5000




NIKKOR 18-200 f/3.5-5.6


La borsa che ho usato lungo il viaggio è una Lowepro Slingshot 200.
Come le macchine e le ottiche anche lei ha avuto vita dura. Specialmente la cerniera principale ha lavorato duro. È stato un apri e chiudi tutti i giorni, ha preso molta polvere e anche pioggia ma ha continuato a lavorare senza cedimenti. 
Può contenere due corpi e due ottiche ed è dotata di molti comparti e tasche per riporre diversi accessori.
In caso di pioggia si può renderla impermeabile utilizzando un cappuccio che se non serve rimane nascosto in una tasca.
Ottima qualità.



mercoledì 7 settembre 2011

OJ (Atmosfere Metropolitane), COMPLETO DESERT, L'ANTIPIOGGIA, I GUANTI, LE BORSE STAGNE.

OJ è un'azienda italiana nata come produttrice di abbigliamento per moto da strada e città ma da qualche tempo ha aperto una linea dedicata ai viaggi avventurosi. Il loro completo si chiama DESERT. È stato testato e migliorato grazie anche a piloti che hanno corso il Rally di Sardegna negli scorsi anni.
Si tratta di un completo realizzato con molta cura. È stato creato per viaggi come quello che ho fatto dove ci si trova a guidare in condizioni difficili, con pioggia, polvere, caldo bollente o freddo intenso. Il completo è dotato di tre strati staccabili, questo da la possibilità di utilizzarlo per tutto l'anno in qualsiasi condizione climatica, dal freddo della Norvegia ai giorni roventi dell'Oklahoma, in questo ultimo posto l'ho testato personalmente e posso parlare con cognizione di causa.


www.ojatmosferemetropolitane.com

LA GIACCA.

Quello che mi è più piaciuto è stata la possibilità di utilizzare a mio piacere le prese d'aria. Ho viaggiato con temperature tremende eppure l'aria all'interno della giacca circolava senza mai farmi andare di fuori di testa dal caldo e cercare di togliermela in piena velocità.
Molte persone vedendomi così vestito mi chiedevano come potevo resistere eppure stavo benone.
Ho testato la giacca anche col freddo.
Quando ho affrontato le mattine fredde delle Montagne Rocciose, alle sette del mattino 4 gradi, mi sono chiuso dentro e sono stato come un principino. Mano a mano che il caldo aumentava aprivo cerniere.
La vestibilità è ottima, le maniche hanno cerniere per regolare il flusso dell'aria, altre prese d'aria sono posizionate sul davanti e sulla parte posteriore.
Le maniche sono staccabili e le cerniere possono essere parzialmente aperte per far entrare altra preziosa aria.
Le tasche sono tante. Di tutte le dimensioni. E anche se generosamente riempite di oggetti non creano impaccio. Le ho usate per soldi, documenti, cibo, oggettame vario, telefono. Ce ne sono anche sulla schiena per tenere altre cose. Quella trasparente sulla manica sinistra è stata perfetta per metterci lo Spot.
Ne ho scoperta una che sembra quasi segreta. È posizionata in un punto davvero strategico, sta lungo la parte sinistra della cerniera centrale. Be' lì c'è una seconda cerniera che porta a una piccola tasca. Se non sai che c'é non la vedi, io l'ho trovata per caso.
L'ho trasformata nella mia banca personale e ci tenevo anche un paio di chiavi di riserva della moto.
Le protezioni sono di ottima fattura e stanno su spalle e gomiti, non danno fastidio ma si sente che ci sono a proteggere e fa piacere, c'è la possibilità di inserire un paraschiena sulla parte posteriore.








I PANTALONI.

Stesso entusiasmo anche per i pantaloni.
Tasche dove servono e quante ne servono, cura del dettaglio e prese d'aria strategiche hanno garantito comodità e ricambio d'aria anche nelle giornate più roventi.
Le protezioni sulle ginocchia non danno fastidio nella guida e si inseriscono bene dentro gli stivali.
L'unico "incidente" è stata la scucitura di un tratto terminale della gamba destra che ho suturato secondo i dettami delle chirugia da campo, faccio il veterinario, me la sono cavata bene.









COMPLETO ANTIPIOGGIA

Massimiliano, patron di OJ mi ha fornito anche di un completo antipioggia intero. "Questo è per affrontare gli uragani!" mi ha detto. Il completo è giallo limone con inserti neri. Si indossa bene e una volta chiuso dentro si possono affrontare ore di pioggia battente. L'ho usato in Kentucky e Tennessee per due giorni di pioggia in montagna. L'ho usato per affrontare uno dei peggiori temporali presi in moto, in New Messico. Veniva giù davvero forte, pioggia battente, con tuoni e fulmini. Nulla da rilevare se non che alla sera ero asciutto.
Cura maniacale dei particolari anche in questo caso.








GUANTI OJ K3

I guanti hanno subito un lavoro pesante tra caldo,  pioggia, polvere, sole battente, lavori di scavo su sabbia e terra, sono finiti nei fiumi, ho potato boschi, spostato pietre, preso spine e chissà che altro. Il sinistro aveva un rapporto costante con la leva della frizione. Il destro con la manopola dell'acceleratore e freno anteriore.
Li ho massacrati. Hanno resistito a tutto.
Sono realizzati in un tessuto traspirante traforato che si chiama 3D mesh che funziona davvero perché si sente l'aria che passa e tiene fresche le mani. Sulle nocche hanno una protezione efficace. Hanno inserti in pelle e almara nelle zone di maggior logorio.
Perfetti.







LE BORSE STAGNE.

Difficile trovare un difetto. Io non ne ho trovati.
Sono in  materiale impermeabile e le cuciture sono termosaldate.
In quella da quaranta litri, a rullo, tenevo il materiale da campeggio.
In quella da cinquanta litri ci tenevo materiale vario tra i quali anche il pc. Ho preso ore di pioggia e temporali, sono caduto in un fiume, ho viaggiato per giorni e giorni con una cortina di polvere alle mie spalle, mai entrata una goccia d'acqua tanto meno la polvere.
Sono dotate di ganci per fissarle alla moto.
Eccellenti.





In definitiva parlo bene di questi capi d'abbigliamento e materiale tecnico a ragion veduta, quando si viaggia è bello che il materiale non crei problemi e così è stato. Non posso che consigliarli.

martedì 6 settembre 2011

CASCO SUOMY MR. JUMP

Questo casco è stata la mia salvezza.
Tra i vari pregi questo casco ha quello delle prese d'aria sul davanti, sullaparte superiore e degli estrattori d'aria posteriori. Questo sistema ha garantito un ricambio d'aria all'interno che rendeva l'ambiente interno molto più fresco che l'ambiente circostante. In più io l'ho scelto completamente bianco per tenere le temperature a livelli accettabili.
La calotta di polistirolo ha delle scanalature che migliorano ulteriormente il passaggio dell'aria. Tenete presente che la temperatura media del viaggio è sempre stata molto alta. Per la gran parte dei giorni ho viaggiato con temperature attorno ai 45-50 gradi, in Oklahoma ho guidato per alcune ore a 56 gradi.
Il Mr. Jump pesa all'incirca un chilo, è prodotto con carbonio e fibre aramidiche, ha una vestibilità molto comoda e le imbottiture interne non hanno ceduto nonostante ci abbia sudato ininterrottamente per 40 giorni, specialmente nella zona est degli USA dove l'umidità e la sudorazione sono molto alte. Un paio di volte, per cercare di vincere il caldo opprimente del Kentucky l'ho messo capovolto sotto un rubinetto e l'ho letteralmente inzuppato di acqua ghiacciata. Gli interni sono rimasti come erano.
Dovendo fare molti stop per le foto e i video, il cinghietto di chiusura ha resistito ai numerosi apri e chiudi di ogni giorno. Potevano essere tanti, anche 20-30 in un giorno.
Il frontino ha preso diversi colpi ma non ha fatto una piega.
Gli occhiali che ho usato sono stati sempre ben alloggiati senza creare interferenze o correnti d'aria.
Un giorno il casco è stato chiamato a fare il suo dovere di protezione, ho preso una forte craniata contro un tronco che non avevo visto, per qualche chilometro mi sono sentito un po' rimbombato ma lui ha fatto il suo dovere.
Insomma non posso che parlarne bene e avendo usato caschi di altri marchi concorrenti in un passato molto recente posso dire che davvero non teme nessun confronto.
In più è fatto interamente in Italia.

                                                        www.suomy.com