giovedì 16 giugno 2011

SCUOLA DI GOMMISTA.

Con gli occhi seguo le gocce di sudore che scendono come pioggia sui raggi e sul mozzo. Alcune vanno sulla gomma. Sono inginocchiato su una gomma posteriore da enduro. Sto cercando di infilare una delle leve sotto il bordo della gomma che è dura come il ferro. Non fa più di 22 gradi in questa officina e sto sudando come un orso. Dovessi fare questo lavoro sotto il sole a 40 gradi ci devo pensare bene a come muovermi. Sono nell'officina Motorsport dei buoni Davide Cotimbo e Roby Boasso, oggi tocca alla scuola di smontaggio/rimontaggio gomme in vista di eventuali forature. Sento l'occhio di Davide che mi osserva con un po' di compassione. L'accordo è che lui stia a guardare senza intervenire, caso mai può darmi delle dritte per accorciare i tempi o fare meno fatica ma devo fare da solo altrimenti non vale. La procedura la conosco ma mi capita di cambiare una gomma ogni due-tre anni, lui cambia gomme tutti i giorni. Altra differenza, io sono in terra e porto avanti il mio personale corpo a corpo con la gomma posteriore della Bombarda che oggi si è prestata a fare da manichino al posto della sua zia d'America. Lui, Davide, le gomme le cambia usando uno smontagomme da gommista, tutt'altro lavoro.
Io uso mani, piedi, gambe, ginocchia, gomiti, la fronte, i denti e le leve. Lui con un paio di leve accompagna il facile lavoro dello smontagomme professionale. Senza una goccia di sudore. Non potrebbe essere diverso, se dovesse usare il mio metodo alla fine di una normale giornata sarebbe irriconoscibile.
Oggi devo simulare una sostituzione di gomma posteriore in solitudine.
Mentre grondo sudore come un colapasta, lui, spinto da pietà non resiste, ci mette una mano delle sue che facilita improvvisamente la situazione. Tutto diventa più facile poi mi accorgo del fatto che lui laggiù non ci sarà.
"Davide, io devo fare finta di essere da solo, non posso usare anche la tua mano, lasciami fare, anche se dovessi morire non devi intervenire..." e riprendo la lotta condita di mugugni, mezzi ruggiti, sbuffi, le mani pizzicate tra gomma e cerchione, la valvola che non vuole entrare nel foro del cerchione, sudore copioso negli occhi, tasselli piantati nell'articolazione del ginocchio sinistro, quello rotto tre anni fa. Alla fine la gomma cede e ho ragione di lei, estraggo la camera che non è bucata, due minuti di recupero e poi si ricomincia con l'operazione al contrario. Questa volta ci si mette anche il fermacopertoni a rendere tutto più fastidioso. Alla fine di un paio di round, dove vinco ai punti, la gomma è di nuovo su ma non ha tallonato bene. Decido allora di testare anche la pompa a mano, tedesca, fatta tutta in Germania. Per raggiungere una pressione di circa 0.8 atm. bisogna simulare il movimento dell'autoerotismo maschile per circa dieci minuti. La pompa può arrivare fino a dieci atm., significa simulare quel movimento malandrino per un paio d'ore. Si rischia la sindrome del gomito del tennista o del gommista, eventualmente.
Risultato finale, un chilo di sudore perso, una maglia da buttare in discarica, mutande sudate, molti segni di grasso nero sulla faccia, mani completamente nere ma gomma montata. Stanchi ma felici abbiamo festeggiato la prodezza atletica con un chilo di gelato. Congestione finale.

In ogni caso punto a diventare veloce come questo tizio:



1 commento:

  1. Sarà difficile essere così rapido: eppoi quello c'ha una zazzera di capelli inarrivabile.

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